Come sarà la moda uomo Autunno Inverno 22-23?
Volumi aderenti? Scordateveli. Completi che costringono il corpo? Anacronistici. La moda uomo per l’autunno-inverno 2022-23 propone silhouettes che si ammorbidiscono, oltrepassano il concetto di volumi costrittivi per donare respiro al corpo, proteggendolo sempre e comunque in un morbido guscio di calore.
Il sartoriale maschile si è evoluto da diverse stagioni: prima l’incontro con lo streetwear, poi la passione sportswear (con le sneakers che si abbinano ai completi), adesso la pandemia ha spinto tutti alla ricerca della comodità e a una eleganza ‘effortless’ (senza sforzo).
E spesso e volentieri sono pensate per essere indossate da lui e da lei, abbracciando anche qui la grande tendenza genderless. Alcuni brand puntano su temi e colori contemporanei, altri più classici giocano con la memoria di forme sartoriali vintage, ma senza una precisa referenza storica.
Si tornerà a viaggiare, a far festa, a prendere aerei e a scalare montagne: è piena di voglia di vita la moda per lui per il prossimo inverno. Si sente forte il desiderio di guardare oltre, immaginando che questi del Duemila siano i nuovi, ruggenti, anni Venti, quelli della ripresa, del ritorno alla vita vera.
Una vita più libera, soprattutto, ed ecco allora un uomo non più vincolato nel guardaroba, che può indossare giacche corte come bolero, cappotti di pelliccia colorata e no, abiti di maglia e leggings e mettersi anche la gonna, magari con i gambaletti, la borsetta a tracolla e le scarpe rubate a lei.
Una libertà che passa anche da nuove forme, tutte più morbide, fluide, scivolate, perché, ormai è assodato, non si torna indietro dalla comodità sperimentata nei mesi di lockdown.
È un afflato che contagia anche l’abbigliamento formale, sempre più contaminato dal casual, con le giacche leggere come camicie, i pantaloni comodi come quelli per fare jogging.
È ora dimenticarsi il classico completo da uomo giacca-camicia-cravatta: anche in ufficio oggi si può andare con abiti nuovi, ibridi, dove la camicia è elegante come un blazer, o può essere sostituita da una T-shirt, un dolcevita o un gilet tecnico, mentre il pantalone può avere l’elastico in vita anziché la canonica cintura.
C’è voglia di partire, di tornare a viaggiare, di andare a scalare vette alpine, il simbolo della libertà nella natura declinato in chiave invernale, ecco il mondo degli sport alpini che contamina l’abbigliamento da città, con gli scarponi da trekker, gli zainoni e le corde che diventano metropolitani.
Torna prepotente anche la voglia di far festa, con capi scintillanti, colori squillanti, maglie metalliche in oro e argento e, conseguentemente, di tornare a vestirsi bene per uscire, per andare nel mondo, evadere dalle proprie case, con piumini performanti o in tessuti nobili, cappotti morbidi come vestaglie o strutturati, con le spalle enormi e scese, magari stretti in vita da cinture.
E dopo due anni di buio c’è voglia di colore, con squilli di rosa e di giallo, stampe e ricami, lamé e paillettes, sognando di entrare davvero nei nuovi, ruggenti, anni Venti.