Lambrusco. Bere quotidiano, stile italiano
“Lambrusco. Bere quotidiano, stile italiano”
Questo il titolo di un articolo, a firma Rebekah Peppler, sulla versione online del New York Times, il celebre quotidiano Usa che esalta la versatilità del ‘nettare emiliano’ consacrandolo nell’Olimpo dei grandi vini rossi anche negli USA.
Un vino spesso poco valorizzato in passato, che viene oggi presentato sulle tavole internazionali, come una ‘new sparkling experience’, perché le qualità ci sono per essere definito tale.
Il Lambrusco è un vino a basso contenuto d’alcol, frizzante, con un’ottima acidità, dal gusto pulito, il partner perfetto per la moderna cucina italiana, ma anche internazionale.
Naturalezza e semplicità sono caratteristiche intrinseche di un vino che rispecchia ben quattro province unite nella promozione e valorizzazione dei Lambruschi e più precisamente: Modena, Mantova, Reggio Emilia e Parma, unite indissolubilmente da questo vino-simbolo.
Inoltre, potremmo definirlo contemporaneo, inquanto si rivela adatto anche a chi fa della sostenibilità ambientale e della territorialità una filosofia di vita e di consumo. Un calice di Lambrusco è inconfondibile ed estremamente versatile, è infatti capace di soddisfare le esigenze del bere moderno.
In realtà è antichissimo. Basti pensare che l’uva Lambrusco era già nota ai Romani che l’allevavano facendola arrampicare all’olmo ed il suo nome deriva probabilmente dalle parole labrum (margine dei campi) e ruscum (pianta spontanea): a quanto pare, infatti, le prime viti di Lambrusco erano selvatiche e crescevano spontaneamente.
Il Lambrusco appartiene ad una grande famiglia: ce ne sono tante tipologie simili, ma diverse. Lo si ottiene grazie all’impiego di 60 varietà di uve, che passano dal secco Sorbara, al tannico e fruttato Grasparossa, passando per il Salamino.
La versione con bollicine avviene nel 1700, periodo in cui si scoprì la sua dote innata a produrre bollicine fantastiche, che hanno dato vita al classico vino che oggi degustiamo.
Negli anni poi è andato prediligendo alle grandi quantità, la qualità e diventando a tutto tondo, buono da gustare non solo a pasto, ma anche come base per originali cocktail. Un vino rosso (oggi lo si trova anche in versione rosé) che si beve in ogni stagione: gradevole in inverno e perfetto in estate.
Parlare del Lambrusco in termini generali oggi è piuttosto difficile in quanto ogni tipologia di Lambrusco ha delle sue caratteristiche. Sintetizzando diciamo che esiste in versione secca o amabile, dal colore rosso rubino brillante e dalle note fruttate che virano dal lampone, fragola, ciliegia, melograno.
Il corpo generalmente è leggero. Il sorso si caratterizza per una piacevole sensazione di dolcezza accompagnata da freschezza. Il tannino è invece quasi totalmente assente, così come il tenore alcolico di questi vini è piuttosto contenuto.
È diventato così rinomato tanto da abbinare le sue mille sfumature di rosso, dal più chiaro al porpora, ad un’altra celebre rossa, ovvero la Guida Michelin. In occasione della 70esima edizione italiana, che sarà presentata martedì 5 novembre con un evento esclusivo presso il Teatro Comunale di Modena, il Consorzio Tutela Lambrusco sarà partner come vino rosso.
Come dicevamo, il Lambrusco in tutte le sue sfumature e diversità è particolarmente eclettico. Il connubio perfetto e più conosciuto è sicuramente quello con i cibi ricchi di sapore dell’Emilia-Romagna, dal Parmigiano Reggiano a gnocco fritto e salumi, ma si presta benissimo anche in abbinamenti sorprendenti.
Questo vino ha tante sfaccettature e occasioni di beva anche per questo è stata pensata ‘Il Giro del mondo con il Lambrusco‘, un’iniziativa importante perché ha come obiettivo quello di mostrare le diverse espressioni del Lambrusco e la sua potenzialità a tavola.
Grazie alle numerose varietà appartenenti alle diverse denominazioni della famiglia dei Lambrusco con le loro specificità – da quelle più ricche di tannini a quelle con un’acidità più spiccata – ai diversi metodi di produzione impiegati in cantina e alle scelte enologiche dei produttori, i vini Lambrusco DOC possono essere facilmente abbinati anche alla cucina asiatica.
La una manifestazione, organizzata con il supporto del ,, è un’occasione per testare l’abbinamento dei vini Lambrusco (Cantina San Martino in Rio, Cavicchioli, Francesco Bellei, Lombardini, VentiVenti) con la cucina giapponese dove, a Roma, i clienti, dal 20 settembre al 20 ottobre, possono ordinare il menu degustazione, al ristorante giapponese Okasan.
Dal 25 ottobre al 25 novembre si passa invece a Milano dove si potrà sperimentare la capacità dei vini Lambrusco (Ca’ de Medici, Cantina di Carpi e Sorbara, Cantina Sociale di Gualtieri, Francesco Bellei, Pezzuoli, Venturini Baldini) di valorizzare piatti della cucina cinese, proposti da Ba Restaurant.
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