Alla scoperta del Vino Nobile di Montepulciano
Il Vino Nobile di Montepulciano è uno dei vini più antichi d’Italia: se ne parlava già nel ‘700, ma una preziosa testimonianza, rivela che è nel 1350 che si stabiliscono le clausole per il commercio e l’esportazione di un vino prodotto nel distretto di Montepulciano.
Col passare degli anni la produzione si fa più strutturata e diventa Vino Nobile dal 1780, mentre dobbiamo aspettare il 1966 per ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC), anno in cui nasce anche il Consorzio del vino Nobile di Montepulciano, e, in seguito, per potersi fregiarsi della D.O.C.G. riferita al Nobile Di Montepulciano.
Si tratta di un vino molto amato anche da personaggi illustri, pensate che già nel 1803 il presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, fece partire un ordine di 123 bottiglie di vino a base Sangiovese proveniente da Montepulciano. Nel 1806 lo stesso presidente scrive ad un certo signor Appleton, residente in Italia, chiedendo 473 bottiglie di vino di Montepulciano precedente.
Ma, lasciamo stare la storia e torniamo ai giorni nostri, perché ci sono importanti novità che vedono il rilancio di questo importante vino. Si tratta di due progetti su cui il Consorzio ha lavorato principalmente in questi anni: il primo riguarda la sostenibilità e il secondo la nascita di una terza tipologia di Montepulciano.
Il Vino Nobile di Montepulciano certificato col marchio Equalitas
Partiamo dalla sostenibilità, un progetto che a Montepulciano è iniziato oltre dieci anni fa. Quando si parla di sostenibilità, infatti, si intende un cambiamento culturale del territorio, ma anche degli imprenditori, un modo differente di fare impresa e che quindi richiede tempo.
Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano si è impegnato in questi anni a “educare” le imprese aderenti, a modificare progressivamente il profilo produttivo e organizzativo con metodi e tecniche di produzione più rispettosi dell’ambiente e del paesaggio, ma soprattutto nella direzione di garantire un elevato standard di valori etici, sociali ed economici, che hanno rafforzato anche la coesione tra le aziende stesse e tra queste e il territorio, guardando quindi a una dimensione ambientale, economica e etico-sociale, dove il rispetto dei valori e dei diritti collettivi ha giocato un ruolo centrale in questo processo.
Il risultato di questo impegno è che dal 24 maggio del 2022 il Vino Nobile di Montepulciano è la prima (e attualmente unica) denominazione vitivinicola italiana a potersi fregiare del marchio di certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas (la norma tra le più rilevanti del genere).
Caratteristiche organolettiche del Nobile di Montepulciano
Il Vino Nobile di Montepulciano presenta un colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l’invecchiamento e nella versione “riserva”.
Il bouquet di aromi è molto variegato e complesso: intenso, ma equilibrato, una perfetta armonia tra le note floreali, quelle fruttate di amarena e prugna e le sensazioni speziate.
Al gusto risulta decisamente strutturato, corposo, robusto, con note persistenti e una marcata tannicità che garantisce una notevole capacità di conservazione nel tempo.
Tipologie di Nobile di Montepulciano
Rosso Vino Nobile di Montepulciano
Il Vino Nobile di Montepulciano può essere ottenuto solo da uve coltivate nella zona di produzione prevista dal disciplinare, utilizzando i seguenti vitigni: Sangiovese (denominato a Montepulciano Prugnolo gentile) minimo 70% a cui possono concorrere altri vitigni, idonei alla coltivazione nella regione Toscana, per un massimo del 30%, purché i vitigni a bacca bianca non superino il 5%. Sono esclusi i vitigni aromatici ad eccezione della Malvasia Bianca Lunga.
Il Vino Nobile di Montepulciano deve essere sottoposto ad un periodo di maturazione di almeno due anni, a partire dal 1º gennaio successivo alla vendemmia. Tale maturazione può avvenire, a scelta del produttore: per 24 mesi in legno, per 18 mesi minimo in legno più i restanti mesi in altro recipiente, per 12 mesi minimo in legno più 6 mesi minimo in bottiglia più i restanti mesi in altro recipiente. In questi ultimi due casi l’inizio del periodo di maturazione in legno non potrà essere protratto oltre il 30 aprile dell’anno successivo alla vendemmia.
Il Vino Nobile di Montepulciano non può essere immesso in consumo prima del compimento dei due anni di maturazione obbligatoria calcolati a partire dal 1º gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
‘Riserva’ Vino Nobile di Montepulciano
Diventa ‘Riserva’ il Vino Nobile di Montepulciano derivante da uve aventi un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 12,50% e sottoposto ad un periodo di maturazione di almeno 3 anni di cui 6 mesi di affinamento in bottiglia, fermi restando i periodi minimi di utilizzo del legno sopra indicati.
Anche per la tipologia riserva Il periodo di maturazione viene calcolata a partire dal 1º gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve. È consentita, a scopo migliorativo, l’aggiunta nella misura massima del 15% di annate diverse di Vino Nobile di Montepulciano.
Questo si traduce in una maggiore struttura e alcolicità per la versione riserva. Se infatti, il titolo alcolometrico volumico totale minimo è di 12,50% vol. per la versione base, per la tipologia con menzione “riserva” è di 13,00% vol.
Pieve Vino Nobile di Montepulciano Docg Toscana
Nasce una terza tipologia di vino nobile di Montepulciano, frutto di un grande sforzo da parte dei produttori di Nobile che hanno deciso di reinterpretare la storia e la tradizione del biologico di Montepulciano per creare un vino, in una chiave più moderna.
Il futuro del Montepulciano, infatti, sta nel suo passato e nel fatto di appropriarsi nuovamente delle origini della viticoltura. Questo ha dato origine al progetto, nato nel 2020 con alcune degustazioni di prototipi, grazie ad una sperimentazione in cantina creata da diverse aziende, alla menzione della ‘Pieve’.
Si è preso quindi il territorio e lo si è suddiviso in 12 sottozone, ‘Pievi’ appunto, facendo riferimento ad un catasto leopoldino della metà del 700, il quale a sua volta riprendeva un catasto ancora più antico, dove queste zone erano divise prendendo le parrocchie del territorio di quel periodo, intorno alla Pieve, e aggregandole in una serie di poderi simili per caratteristiche territoriali.
Chi conosce il Vino Nobile di Montepulciano, infatti, trovava talvolta differenze tra la stessa tipologia di vino, prodotta in zone diverse del territorio, ad esempio un’azienda vicino al centro storico, rispetto ad un’altra situata a 17 km di distanza dal capoluogo. Due vini con lo stesso varietale, sembravano due vini completamente diversi. Una differenziazione che è un elemento di forza e che si esprime al meglio nella menzione della ‘Pieve’, proprio grazie alla suddivisione del territorio che dà vita a un vino ‘differente’ a seconda di dove il vitigno si è sviluppato.
E quando parliamo di vitigno, anche in questa tipologia rimane il Sangiovese, qui addirittura con una presenza minima del 90% con la possibilità di aggiungere per il rimanente 10% ulteriori vitigni che, in questo caso, sono solo i vitigni autoctoni.
Non è prevista quindi la presenza dei vitigni internazionali, in coerenza con la riscoperta della storia e della tradizione riletta in una chiave moderna.
Un’altra cosa importante è che la produzione potrà essere effettuata soltanto da chi possiede il vigneto, così da poter certificare la produzione dalle uve, quindi dal vigneto, fino alla messa in bottiglia, rendendolo un prodotto di filiera completa, a garanzia del consumatore.
Abbinamenti Nobile di Montepulciano
Infine, una menzione riguardo gli abbinamenti ideali. Il Rosso di Montepulciano. Si sposa perfettamente con i primi a base di verdure o carne, meglio se meno elaborati a base di coniglio, pollo, tacchino e agnello. così come a formaggi di media stagionatura.
Il Riserva Vino Nobile di Montepulciano si sposa con i piatti della tradizione Toscana, e con cibi più strutturati e ricchi di salse, in particolar piatti a base di selvaggina come stracotti, brasati, a base di cinghiale, faraona o anatra, ma anche arrosti di vitello e suino, oltre a formaggi molto stagionati.