Eccellenza e solidarietà il concept del Padiglione di Monaco
Oggi il Principato di Monaco celebra il suo National Day e quale giorno quindi sarebbe più adatto di questo, per illustrarvi la sua presenza ad Expo?
Partiamo da una premessa. Pensando a Monaco, la prima immagine che appare è glamour: yacht, mare, splendidi alberghi, Formula1 ed il famoso Casinò.
Ma oltre l’apparenza c’è anche sostanza. Il Principato infatti, forte della sua ricchezza, non dimentica chi è più sfortunato.
Già sul finire del XIX secolo, il Principe Alberto I, fondò l’Institut Ocèanographique de Monaco, diretto dal 1957 al 1988 dal celebre oceanografo ed esploratore Jacques Cousteau. Oggi, l’amore e il rispetto delle risorse marine del Paese, si vedono in molte delle attività svolte per preservarle.
Non stupisce quindi il concept del Padiglione del Principato: ‘Eccellenza e solidarietà – Un nuovo sguardo al nutrimento del Pianeta’.
Sono infatti proprio i temi della solidarietà e della condivisione, il fil rouge che accompagna la visita all’interno di questo hangar di idee, un magazzino, che ci riporta ad un ambiente marittimo, con un sottofondo che ricorda il frangersi delle onde.
Cooperazione, governance e didattica, vengono affrontati in aree tematiche. Ognuna delle dieci stazioni espositive viene sostenuta con materiale didattico, video o giochi, dedicati ai bambini, ma non solo.
Il tetto, interamente in legno, richiama la forma di una tenda, simbolo del primo riparo che Monaco offre a tutti quei Paesi che ne hanno necessità, ed ospita, oltre alla terrazza vip, un giardino verticale con diverse piante e colture mediterranee che rappresentano il concetto della madre terra, disegnando i contorni dei cinque continenti.
Lo spazio espositivo del Padiglione copre una superficie totale di 1.010 metri quadrati ed è costituito da 19 containers, che, al termine di Expo, non rimarranno a Milano, in quanto l’intera struttura verrà smontata e portata in Burkina Faso, come sede operativa della Croce Rossa
Cominciando la visita, la prima stazione rappresenta le perle di Monaco, ovvero le ostriche. Pochi sanno, infatti, che proprio nella città monegasca c’è la prima ed unica incubatrice del Mediterraneo. Qui le ostriche vengono nutrite con un placton speciale, progettato da due biologi, poi vengono trasferite in Bretagna e di seguito, una volta cresciute, riportate al Principato. C’è anche un gioco interattivo per insegnare come si nutrono.
Il percorso porta alla stazione successiva, il cui tema è la deforestazione delle foreste pluviali, indispensabili all’ecosistema, che è tra i vari progetti sostenuti dalla Fondazione del Principe Alberto II. Non va inteso come una polemica all’industria del legname in genere, ma il progetto vuole promuovere il consumo di legno proveniente da foreste controllate, quindi abbattendo esemplari presenti in un certo numero o piante che hanno raggiunto una certa età.
Avanzando iniziate il percorso che riguarda le stazione marittime. Si parte dalla pesca sostenibile. Le specie ittiche, infatti, non sono infinite e quando vengono pescate in modo ossessivo, vanno incontro all’estinzione o a squilibri per la costa locale. La fondazione del Principe Alberto II promuove la pesca sostenibile e un sito ‘Mr Goodfish’ molto chiaro ed intuitivo, che riporta i pesci che in ogni stagione si possono pescare e che è anche un riferimento per tutti i ristoranti di Monaco, che cucinano pesce.
Si continua con un’altra stazione che parla delle aeree marine protette, con dei cursori che, una volta posizionati, rappresentano gli obiettivi che si vogliono raggiungere per area e riguardano la promozione e l’incoraggiamento della pesca locale e la sensibilizzazione della popolazione a tematiche di eco sostenibilità e rispetto per l’ambiente.
Si rimane in argomento marino, anche con la tappa successiva, che affronta il tema della diffusione delle meduse. All’interno di un acquario in acrilico, fornito dall’Istituto Oceanografico di Monaco, troviamo diversi esemplari di una specie di meduse, particolarmente pericolose per l’uomo. Sullo schermo si possono scorrere le diverse specie tossiche.
Il problema dell’invasione delle meduse è legato strettamente all’ecosostenibile, perché chiaramente le meduse proliferano quando vengono a mancare i loro predatori naturali. Bisogna però dire che sono sinonimo di acqua pulita perché ricca di plancton. Una curiosità è che le meduse più piccole, non sono le più giovani, ma al contrario le più anziane.
Altra stazione, altro tema. Qui parliamo di acidificazione delle acque. Si stima infatti, che dalla rivoluzione industriale in avanti, il tasso di acidificazione delle acque, sia aumentato del 30%, perché l’anidride carbonica presente nell’aria, viene assorbita dall’acqua aumentandone il tasso di acidità.
Alla tappa successiva troviamo alcuni dei progetti che sta realizzando la fondazione umanitaria del Principe Alberto II di Monaco: otto cubi che rappresentano alcuni dei punti che il Principato ha firmato insieme ad altri Paesi dell’Unione Europea, con indicato gli obiettivi per il nuovo millennio, a vari livelli, dallo sradicare la povertà, al combattere la mortalità infantile, l’HIV, al promuovere l’uguaglianza dei generi. I cubi mostrano a che punto siamo e cosa rimane da fare.
Tra i vari progetti c’è n’è uno nel Magadascar, dove più del 90% della popolazione vive con meno di 2$ al giorno, e qui viene affrontata la malnutrizione delle donne incinte per salvare due vite in una, fornendo prima le risorse alimentari, ed agendo poi, a livello culturale, insegnando un’alimentazione corretta.
Un altro programma viene condotto in Mongolia, dove il Principato sostiene l’organizzazione di agronomi e veterinari Senza Frontiere, le famiglie nomadi locali basano la loro vita su un bovino, lo yak, che gli fornisce tutto, dalla fibra per i tessuti e vestiti, alla carne, al latte. Il progetto sostiene le famiglie di pastori assegnando un esemplare di yak a testa, e insegnando loro a sfruttare al massimo, in modo ecosostenibile, l’animale.
L’ultima stazione riguarda un progetto in Burkina Faso che va a risolvere un problema diffuso. Gli abitanti infatti usano cucinare accendendo fuochi all’interno delle abitazioni, metodo piuttosto pericoloso e che fa consumare molta legna. Vengono quindi proposte delle stufe, che limitano il consumo di legna e riducono il rischio per la salute. Inoltre sono prodotte in loco, aiutando anche dal punto di vista del lavoro.
Dall’area espositiva si può accedere a quella della ristorazione. In un ambiente che vuole ricordare un tipico mercato monegasco, ci si può ritemprare dopo la visita, tra ceste di frutta e verdura fresca, gustandosi una delle ottime preparazioni selezionate da Philippe Joannès, chef della società monegasca ‘Fairmont Monte Carlo’
Il filo conduttore della cucina è ‘il prodotto per il prodotto’, materia prima di stagione e di produzione locale, lavorata il meno possibile. Faimont Monte Carlo, insieme alla Fondazione Albert II de Monaco, ha l’obiettivo di non utilizzare le specie minacciate da un sovraconsumo, come il tonno rosso, diventato una specie in via di estinzione.
Oltre al ristorante, potete trovare anche un’area take away. Finger food, prodotti a km0, ingredienti bio, vi saranno preparati ad ok e serviti, pronti per essere portati a casa, in un praticolo box che ricorda un container, simbolo del trasporto.
In occasione del National Day, il Padiglione è stato visitato dal Principe Alberto II di Monaco, che è stato accolto all’Expo, dalle note della banda Les Carabiniers du Prince, che ha suonato dal vivo gli inni nazionali.
Le celebrazioni sono continuate con la Parata ufficiale lungo il Decumano verso il Padiglione Monaco: le autorità presenti hanno sfilato preceduti dalla banda e dal gruppo folk La Paladienne.
Ad accogliere il Principe davanti al Padiglione il gruppo corale U cantin d’A Roca. Successivamente, la visita al Padiglione Italia e a quello del Kazakistan: il Principato di Monaco, infatti, è il primo Paese ad aver confermato la propria partecipazione a Kazakhstan Expo 2017.
Il National Day si chiuderà questa sera con una cena di gala a Milano, alla presenza del Principe Alberto.
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