‘Fendi: Un Art Autre’ prima tappa a Tokyo della mostra itinerante sulla storia di Fendi

‘Fendi: Un Art Autre’ prima tappa a Tokyo della mostra itinerante sulla storia di Fendi

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Si è inaugurata al The Art University Museum di Tokyo, la prima tappa di ‘Fendi: Un Art Autre’, il progetto itinerante, a cura di Emanuela Nobile Mino, ideato per ripercorrere la storia di una delle dinastie della moda che ha reso celebre lo stile italiano nel mondo.
E’ passato quasi un secolo di moda da quando Adele Casagrande, nel 1918, gestiva un laboratorio di pellicceria, trasformato, dopo il matrimonio con Edoardo Fendi, in una piccola bottega in via del Plebiscito a Roma.




La vetrina elegante, attirava l’alta borghesia romana che all’interno poteva trovare pellicce, pellami, guanti, cravatte ed accessori di pregio.

Diventò così un marchio importante, in grado, negli anni ’40, di affrontare il mercato estero. Al timone di quella che era diventata una delle maison internazionali tra le più importanti, troveremo prima le cinque sorelle Fendi, che col passare degli anni, si alterneranno all’interno dell’azienda, ed inizieranno della collaborazioni prestigiose come quella con Karl Lagerfeld, che insieme a Silvia Venturini Fendi, gestisce oggi il brand, passato sotto il gruppo LVMH.
La mostra è stata allestita grazie ad un progetto firmato dallo studio MdAA architetti associati. Tre gli ambienti in cui si snoda l’esposizione.
Il primo è uno spazio multi-sensoriale che interpreta alcuni dei punti cardini dell’azienda: leggerezza, policromia e avanguardia che diventano elementi tangibili, percettivi, con cui tradurre,  tra destrutturazione formale e appeal del colore, un nuovo concetto di lusso.
Nel secondo ambiente, cuore dell’esposizione, prende vita un archivio di 24 capi iconici creati tra il 1970 e il 2013: un percorso animato da rivoluzioni estetiche, stilistiche e tecnologiche, ma da cui emergono alcune costanti del marchio, una su tutte l’equilibrio fra tradizione  e sperimentazione.
Nella terza area, infine, interamente dedicata all’importanza dell’artigianalità nella filosofia creativa di Fendi.
A impreziosire il percorso un’installazione luminosa e dinamica di Johanna Grawunder, apprezzatissima designer americana con base a Milano, e una colonna sonora composta dalla deejay Flavia Lazzarini.
 
 
 
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