Milano Moda Donna: sesta giornata
Sono le ultime giornate della Milano Fashion Week, che, anche se non è ancora ufficialmente conclusa, ha già passato la mano a Parigi. Quindi vediamo da queste ultime passerelle che cosa è emerso.
GIORGIO ARMANI La ‘garconne’ di Giorgio Armani indossa bretelle e pantaloni, baschi e stivaletti bassi, ama il nero e osa la salopette anche per la gran sera, ma non ha nulla di virile. ‘Leggevo che la differenza tra il vestire dell’uomo e quella della donna oggi è relativa e la mia giovane – racconta Armani – vista da dietro può essere un uomo o una donna. Data per acquisita questa libertà, viene il gioco facile di come una donna può essere vestita da donna con elementi maschili’. Nuovi i completi da giorno: giacche perfette dai bottoni gioiello abbinate a pantaloni di velluto nero, stivaletti bassi, bauletti geometrici. Oppure bluse di voile plissé in toni pastello, dal lilla al celeste, con tute alla garconne, sempre in velluto nero, pantaloni da smoking con la zip sulla banda accostate a giacchine luccicanti, gonne-pantalone e giacchine di pelle, ma anche abitini con bretelle sulla schiena e frange sullo scollo.
JOHN RICHMOND ‘Il punk non è un immagine, ma un atteggiamento’ va dicendo John Richmond. In effetti le borchie e gli spuntoni ci sono, ma non così onnipresenti come in altre collezioni dello stilista inglese. Il punk si vede dal passo un po’ sfacciato e dai dettagli: un inserto verticale in pelle sul cappotto, il neoprene combinato alla seta, il perspex e il metallo. I cappotti sono lunghi e attillati, le giacche tempestate di inserti metallici, così come i vestitini, tutti corti. Ci sono tante trasparenze, con una camicia che lascia intravedere tutto, spesso abbinate ad applicazioni ricamate. Il nero regna mescolato al bianco, ma poi esplode il rosso fuoco, in un look total red, e le stampe con fiori e teschi, su pantaloni abiti e camicie.
GIANFRANCO FERRE Colta e femminile, seguendo l’eleganza internazionale della modella Lauren Hutton, questa la donna di Gianfranco Ferrè. Il duo creativo alla guida della griffe, composto da Federico Piaggi e Stefano Citron, alla quarta collezione per il marchio, ha pensato ad una donna internazionale, una donna che ‘riscopre la sua femminilita- dicono Citron e Piaggi – che mantiene il gusto per la composizione architettonica, caratteristico della Maison’. Ha un’attitude più naturale e ama segnare il punto vita con cinture che sembrano obi’, quasi una citazione dello stile dell’architetto fondatore della maison. Anche qui c’è contaminazione tra il maschile e il femminile, con giacche extra-large dai maxi revers. Quattro le tonalità attorno a cui ruota tutto: nero, bianco, carne e blu.
MASSIMO REBECCHI E’ puro gusto british quello di Massimo Rebecchi, che per la prossima stagione fredda immagina di vestire una donna cosmopolita. Tutto parte dall’armadio di Mary Poppins è un mix colorato ma composto di materiali. E’ un contrasto che si ritrova nel mix e nelle sovrapposizioni: tessuti lucidi e opachi, sete e tweed, flanella camouflage e pelliccia, pizzo macramè e broccato. Su tutto trionfano pattern dai disegni brit, mischiati in chiave digitale. Gonne e pull hanno forme rilassate, mentre il blazer li fa aderente al corpo, in flanella camouflage. Per la sera tutto e’ impreziosito da trame con intarsi di lurex e jaquard.
CRISTIANO BURANI Continua la sperimentazione di Cristiano Burani con le nuove tecnologie e i materiali innovativi. Lo stilista decostruisce e riassembla i tessuti creandone di nuovi. Interessanti i ricami a mano su basi di poliuretano trasparente, che creano volumi precisi su abiti e giacche, e ancora il pizzo effetto rete accoppiato a organza e chiffon di seta, e infine il velluto di seta adesivato con effetto tridimensionale.
LORENZO RIVA Fa un salto indietro nel tempo Lorenzo Riva, fino a citare gli Anni ’60. La sua donna è lineare e geometrica, ama le tinte unite o al massimo due blocchi di colore, che propone sia sugli abiti morbidi che quelli stretti in vita. Il plissé, che nella versione bianca evoca Marilyn Monroe, muove gli abiti a ventaglio sul davanti, mentre il cappotto redingote si gonfia con vaporose pieghe. Poi arriva il turno di una cascata d’oro, sugli abiti ampi che lasciano le spalle in vista e coprono le gambe fino al ginocchio.
MARTA FERRI Marta Ferri, figlia d’arte, padre fotografo e madre arredatrice, dopo alcune esperienze internazionali ha iniziato a produrre abiti su misura nel 2010, poi l’apertura dell’atelier e nel gennaio 2012 l’invito da parte di Alta Roma a sfilare nella capitale. Le suggestioni a cui pensa la Ferri per la prossima stagione fredda si traducono in velluti damascati, cotoni chiné,velluti nei toni dell’oro, del blu e del bruciato. In collezioni debutta lo smoking, insieme alla tonalità del nero usata per la prima volta dalla stilista, e una linea di capispalla realizzati con le lane Loro Piana. Poi ci sono gonne lunghe e bluse in seta.
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