Si chiude la Milano Fashion Week
Dolce & Gabbana |
E’ terminata la Milano Fashion Week, una settimana in cui Milano ha visto riprendersi come immagine, e tornare capoluogo dove possono convivere professionalità, glamour e cultura. Una settimana in cui la moda l’ha fatta da padrona con belle collezioni, abiti portabili, e ritorno alla femminilità discreta. Non è mancata però la solita polemica, proprio in chiusura, quella tra Diego Della Valle e Giorgio Armani, per la sponsorizzazioni di opere della città. Una polemica che forse si poteva anche evitare e chiudere in bellezza. Ma torniamo a parlare di moda.
Coroncine di fiori in testa, cerchietti con dettagli e decori. La passerella di Dolce & Gabbana parla di Sicilia antica, i templi di Agrigento dipinte su camicie ed abiti. I decori delle ceramiche di Caltagirone, medaglie, oro e drappeggi. ‘Un sogno felliniano’ l’anno definita i due stilisti, che hanno fatto un lavoro alto per piacere alle donne.
In casa Ferragamo è forte il messaggio di femminilità, in bilico con sport e couture. Massimiliano Giornetti, stilista della casa fiorentina, taglia sorprendentemente la giacca, la fa cortissima e trasforma la parte restante in una baschina da appoggiare sui fianchi dei pantaloni. Spuntano reggiseni in pitone e culotte di chiffon, l’elemento quasi decorativo contrapposto alla costruzione rigorosa e maschile. La sensualità è assicurata.
La maglia esplorata e rivista con influenze della cultura giapponese e l’accento esotico, gonne sarong e maglie con scritte pop, colori decisi, il fiammato e i richiami al logo, la maglia e le frange, l’abito T-shirt e il caftano: è un mix fresco e convincente quello proposto in passerella da Missoni per la prossima estate.
Mescola stoffe e stampe della sua prima collezione, usa i colori e li sa far convivere. Massimo Giorgetti per Msgm, ha portato in sfilata il suo mondo colorato, che piace, fattura ed ha sempre un racconto alle spalle, questa volta l’incontro tra le stoffe liberty anni ’30 e le fantasia polinesiane, camicia bianca e sandali da surf tempestati di pietre
I fiori come decoro, le camicie in seta, la femminilità come filo conduttore, per Rocco Barocco, mano sartoriale, attenzione ai dettagli, giochi tra maschile e femminile. Lo stilista si è ispirato pensando ad una donna che ama avere successo, che piace, con degli abiti stretti, con drappeggi, con silhouette molti femminili.
Ancora fiori, accanto all’amato bianco, e femminilità. Laura Biagiotti, li adotta per gonne a corolla, in tessuti naturali dai lini, al cotone a fibre nuove, sottolineando la forza degli abiti. Non per nulla il motto della collezione è ‘Be green’, ed ecco allora rosa e peonie sugli abiti che lasciano scoperte spalle e schiena, sui revers, sui top dalle maniche alate, sulle tute.
Cinque stagioni per Gianfranco Ferrè firmate dal duo Piaggi-Citron, che all’architetto della moda hanno rubato un vezzo: pulizia negli abiti, costruzioni barocche per scarpe e sandali. Gli stilisti hanno cercato con l’abito di creare una sensualità diversa che si sposi più con la seduzione che con l’ostentazione. Lo spunto della collezione è arrivato con le campagne scattate da Herb Ritts per la maison, con il bianco e nero che definiva un’immagine forte e architettonica, resa in passerella da una serie di abiti dalla linea pura e dai tagli grafici, caratterizzati da zip dorate e grandi obi di pelle.
Giorgio Armani ha il compito di chiudere, e lo fa con una collezione che chiama ‘Luci ed Ombre’, per il gioco di sovrapposizione delle sete, per la forza dei colori. Tessuti che cambiano e giocano con volumi e forme, canoni che si invertono, la leggerezza estrema che si esprime con sovrapposizioni. Armani presenta colori sorprendenti come il colore degli anemoni o il rosso del corallo di Sciacca, che popolano il giardino marino impresso sui vestiti, sete tricot e tessuti decorati adornano le stampe floreali per gli abiti da sera.
E, nonostante molti siano già in partenza per Parigi, l’appuntamento per il saluto degli addetti ai lavori è stato a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, in occasione dell’inaugurazione della mostra ‘Pollock e gli irascibili’, per ammirare le tele del Whitney Museum New York che saranno in esposizione fino a febbraio.
In casa Ferragamo è forte il messaggio di femminilità, in bilico con sport e couture. Massimiliano Giornetti, stilista della casa fiorentina, taglia sorprendentemente la giacca, la fa cortissima e trasforma la parte restante in una baschina da appoggiare sui fianchi dei pantaloni. Spuntano reggiseni in pitone e culotte di chiffon, l’elemento quasi decorativo contrapposto alla costruzione rigorosa e maschile. La sensualità è assicurata.
La maglia esplorata e rivista con influenze della cultura giapponese e l’accento esotico, gonne sarong e maglie con scritte pop, colori decisi, il fiammato e i richiami al logo, la maglia e le frange, l’abito T-shirt e il caftano: è un mix fresco e convincente quello proposto in passerella da Missoni per la prossima estate.
Mescola stoffe e stampe della sua prima collezione, usa i colori e li sa far convivere. Massimo Giorgetti per Msgm, ha portato in sfilata il suo mondo colorato, che piace, fattura ed ha sempre un racconto alle spalle, questa volta l’incontro tra le stoffe liberty anni ’30 e le fantasia polinesiane, camicia bianca e sandali da surf tempestati di pietre
I fiori come decoro, le camicie in seta, la femminilità come filo conduttore, per Rocco Barocco, mano sartoriale, attenzione ai dettagli, giochi tra maschile e femminile. Lo stilista si è ispirato pensando ad una donna che ama avere successo, che piace, con degli abiti stretti, con drappeggi, con silhouette molti femminili.
Ancora fiori, accanto all’amato bianco, e femminilità. Laura Biagiotti, li adotta per gonne a corolla, in tessuti naturali dai lini, al cotone a fibre nuove, sottolineando la forza degli abiti. Non per nulla il motto della collezione è ‘Be green’, ed ecco allora rosa e peonie sugli abiti che lasciano scoperte spalle e schiena, sui revers, sui top dalle maniche alate, sulle tute.
Cinque stagioni per Gianfranco Ferrè firmate dal duo Piaggi-Citron, che all’architetto della moda hanno rubato un vezzo: pulizia negli abiti, costruzioni barocche per scarpe e sandali. Gli stilisti hanno cercato con l’abito di creare una sensualità diversa che si sposi più con la seduzione che con l’ostentazione. Lo spunto della collezione è arrivato con le campagne scattate da Herb Ritts per la maison, con il bianco e nero che definiva un’immagine forte e architettonica, resa in passerella da una serie di abiti dalla linea pura e dai tagli grafici, caratterizzati da zip dorate e grandi obi di pelle.
Giorgio Armani ha il compito di chiudere, e lo fa con una collezione che chiama ‘Luci ed Ombre’, per il gioco di sovrapposizione delle sete, per la forza dei colori. Tessuti che cambiano e giocano con volumi e forme, canoni che si invertono, la leggerezza estrema che si esprime con sovrapposizioni. Armani presenta colori sorprendenti come il colore degli anemoni o il rosso del corallo di Sciacca, che popolano il giardino marino impresso sui vestiti, sete tricot e tessuti decorati adornano le stampe floreali per gli abiti da sera.
E, nonostante molti siano già in partenza per Parigi, l’appuntamento per il saluto degli addetti ai lavori è stato a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, in occasione dell’inaugurazione della mostra ‘Pollock e gli irascibili’, per ammirare le tele del Whitney Museum New York che saranno in esposizione fino a febbraio.
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